L’indistruttibile. Nella fattispecie, questa 290 MM,
telaio 0626, nell’ambiente delle corse era stata soprannominata
l’Indistruttibile, perché nonostante una lunghissima carriera
agonistica, ben otto anni al vertice, non rimase mai vittima di
incidenti, nemmeno quando dalla Scuderia Ferrari venne venduta alla
Scuderia Temple Buell per essere impiegata nelle gare più impegnative
del continente americano.
Riservata ai grandi campioni.
Quasi incredibile l’elenco dei piloti che l’hanno guidata: Juan Manuel
Fangio, ovviamente, ma anche il campione del mondo di Formula 1 del
1961, Phil Hill, i fortissimi Peter Collins, Wolfgang Von Trips, Eugenio
Castellotti e Luigi Musso, fino ad arrivare a specialisti di gare
endurance come Olivier Gendebien e Joakim Bonnier. Proprio sotto le
insegne della Scuderia Temple Buell questa vettura ottenne la sua
vittoria più importante, quando trionfò alla 1000 Km di Buenos Aires con
Masten Gregory, Castellotti e Musso.
Ho letto e acconsento l'informativa sulla privacy
Acconsento al trattamento di cui al punto 2 dell'informativa sulla privacy